Le Chiese della Rocca di Lipari
27 Febbraio 2021 Chiese Lipari

di Michele Giacomantonio
Questa è una immagine della rocca di Lipari. Sotto, in questa stessa pagina, troviamo una immagine della rocca come doveva apparire nel V- VI millennio a. C. quando giunsero a Lipari i primi colonizzatori. Perché è importante ? Perché questa rocca ha svolto un ruolo centrale non solo per l’Arcipelago ma direi, in alcuni momenti, per l’intero Mediterraneo e questo fin dall’antichità se è vero che l’affresco di Santorini trovato negli scavi di Akrotiri raffiguri questa stessa rocca circa 4 mila anni fa prima che Thera fosse distrutta nel 1627 a. C. anni da un terribile terremoto.

Per i Liparesi la rocca del Castello rappresenta un simbolo di sicurezza e di speranza . Quando la rocca si popola di edifici, monumenti e anche abitazioni é segno che le cose prosperano e si é in un periodo di tranquillità e di pace. Quando invece la rocca si ricopre di ruderi come è accaduto almeno tre volte in epoca storica – nel 251 a.C. ad opera dei romani, nell’838 d.C. per i saraceni e nel 1544 con la grande “ruina” di Ariadeno il Barbarossa – é segno che le isole versano in una grave crisi e la popolazione o é deportata o vive nel terrore di incursioni e saccheggi. Forse proprio per questo rappresentare un simbolo di sicurezza e di speranza la rocca è stato luogo di edifici sacri votati agli Dei ed ai Santi.
Questo già in epoca preistorica come testimoniano le pietre dinnanzi all’Immacolata dove si riconosce un grande cerchio che probabilmente era il basamento di un santuario. Questo al tempo degli Eoli e degli Cnidi dove il posto che oggi è della Cattedrale era occupato probabilmente da un tempio dedicato ad Efesto. Questo fin dagli albori del Cristianesimo quando forse a partire dal V secolo, ma anche prima, nacque un tempio dedicato a San Bartolomeo del quale, nel chiostro normanno, permangono ancora lembi di mosaici della chiesa bizantina distrutta nel IX secolo dai saraceni probabilmente attirati lì, per avidità o gelosia, dal fatto che le sue spoglie fossero meta di pellegrinaggi e donazioni.
E per questo il periodo più intricato dei passaggi storici è quello dal paganesimo al cristianesimo che abbraccia quasi mille anni ma sempre con la rocca come punto di riferimento salvo una breve parentesi di qualche decennio quando i Romani conquistarono Lipari e distrussero monumenti ed edifici ad iniziare dalla rocca.
Ho parlato delle Eolie e il Mediterraneo quando le Eolie – come è in maniera eccezionale rappresentato dal nostro Museo archeologico, anch’esso insediato sulla rocca, dovuto al genio e la professionalità di Luigi Bernabò Brea – già nel quinto millennio a.C. rappresentavano il centro del commercio della ossidiana, e poi al tempo degli Eoli quando furono nodo importante nella rotta dello stagno che serviva a trasformare il rame in bronzo, e poi al tempo dello splendore della Lipara dei Cnidi che mentre incrementava le arti (il teatro di Menandro, i vasi del Pittore di Lipari…) teneva a bada nel Tirreno la pirateria etrusca. Quindi la Lipari dei normanni che con il “constitutum” dell’Abate Ambrogio anticipò in Sicilia la stagione dei Comuni. E infine, perché no?, la Lipari del ‘700 con la “controversia liparitana” – e, a ricordarlo, sul Castello vi è la chiesa delle Grazie – da cui partì l’interdetto che fece esplodere il bubbone della Legazia Apostolica e contribuì alla laicizzazione della politica siciliana.