Trekking naturalistico a Filicudi a cura di Associazione Nesos

27 Febbraio 2021 Trekking Filicudi

Trekking Filicudi

Gli itinerari che offre l’isola a chi volesse esplorarla a piedi sono tantissimi; questo perché esiste una fitta rete di sentieri che un tempo permetteva ai contadini di raggiungere anche i luoghi più impervi e lontani, e che oggi vengono mantenuti dagli abitanti di Filicudi con il generoso contributo dei villeggianti più affezionati.

Trekking a Filicudi

Una meta affascinante è il villaggio “fantasma” di Zucco Grande. Partendo da Valdichiesa, il percorso impegna una quarantina di minuti e presenta solo modesta difficoltà. Il sentiero si snoda a mezza quota lungo la costa settentrionale, attraversando splendidi esempi di macchia con euforbia e lentisco; dopo una salita in pietra con alcuni tornanti, il fondo ritorna ad essere in terra battuta ed è necessario percorrere ancora qualche centinaio di metri per giungere tra le prime case; in gran parte si tratta di ruderi, ma qualcuna è stata ripresa e trasformata in un elegante rifugio: l’ultima, che domina dall’alto il piccolo villaggio, appartiene a una principessa afgana. Zucco Grande è un esempio eloquente di quanto abbia inciso il dramma dell’emigrazione sulla storia recente delle Eolie. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, infatti, migliaia di isolani hanno abbandonato l’arcipelago per stabilirsi soprattutto in Australia, dove oggi gli oriundi eoliani e i loro discendenti forse superano il numero degli attuali abitanti delle isole.

Da Zucco Grande si può tornare indietro completando un anello che riconduce a Valdichiesa lungo un sentiero più elevato; altrimenti, un sentiero continua verso Ovest fino a Case Ficarrisi, dove sorgono alcuni ruderi ormai abbandonati da più di un secolo, e volendo – per chi è disposto a camminare buona parte della giornata – ancora fino a Siccagni, un altro villaggio “fantasma”, dove però si può arrivare anche via mare e alcune case sono state ristrutturate da facoltosi villeggianti che tuttavia le abitano di rado (non c’è energia elettrica né rete idrica). Lungo il percorso per Case Ficarrisi, nel mezzo della macchia sempre più folta e arricchita da cisti, eriche e corbezzoli, si incontra anche una deviazione per Fossa Felci, la vetta più elevata dell’isola (773 m s.l.m.). Entrambi i percorsi presentano difficoltà medio-elevata e sono consigliati soltanto agli escursionisti più esperti.

Da Zucco Grande, con una breve e agevole passeggiata di trekking a Filicudi, di circa 10 minuti, è possibile invece arrivare alla grotta di Vallone Fontana, una piccola cavità ricoperta da capelvenere e altre felci dove in una pozza si raccoglie l’ottima acqua dolce che scivola dagli stillicidi soprastanti.

Un’altra passeggiata per il trekking a Filicudi consigliata è quella che conduce a Capo Graziano, un duomo vulcanico formato intorno a 150000 anni fa, che oggi rappresenta l’estrema porzione orientale dell’isola. I duomi sono strutture laviche generate da intensa attività effusiva che non dà luogo a vere e proprie colate, e che pertanto si accumulano assumendo una forma conica o a cupola; in quello di Capo Graziano, le rocce di colore rossastro sono composte da andesiti e daciti, prodotti vulcanici più acidi dei basalti e generalmente legati a fasi “recenti”, almeno da punto di vista geologico.

La rocca è alta appena 174 m s.l.m., ma la salita è abbastanza ripida, per via della forte pendenza dei versanti; per questo motivo, dall’alto si ha la sensazione di trovarsi in un luogo inespugnabile, sensazione che deve essere stata perfettamente colta dagli abitanti del villaggio dell’età del Bronzo portato in luce dagli archeologi su un pianoro a quota 100 m: chi vi si è insediato doveva avere buone ragioni per difendersi da attacchi provenienti dal mare, ma forse anche per dominare lo spazio attorno all’isola e, magari, per esercitare a sua volta la pirateria. Alla cima si accede proseguendo lungo un sentierino, interrotto per qualche metro da una parete dove una corda appesa a un solido ramo di erica permette però di superare facilmente l’ostacolo; ne vale la pena, perché lo spettacolo da qui è sublime: Filicudi si mostra infatti in tutta la sua maestosità, interamente ricoperta da terrazzamenti e muri in pietra a secco, mentre all’orizzonte si scorgono le altre isole e la costa della Sicilia. Durante la primavera, invece, capita sovente di osservare il passaggio di numerosi uccelli migratori, in particolare di gruppi di nibbi e di pecchiaioli, che attraversano il Tirreno dirigendosi verso l’Europa continentale.

La bellezza di Capo Graziano non è racchiusa esclusivamente nella sua sommità. Sul fianco meridionale la scogliera assume una morfologia sinuosa, aprendosi in decine di piccoli fiordi di lave scolpite dal mare, che si incontrano procedendo oltre la spiaggia di ciottoli: Le Punte – così chiamate – sono una delle località balneari più suggestive dell’isola.

Sull’altro versante, guardando verso Nord-Est, un breve sentiero conduce invece alle “macine”, una cava dove rimangono alcune grosse ruote in pietra abbozzate; queste venivano lavorate sul posto, a pochi metri dalla battigia, e caricate sulle imbarcazioni per essere trasportate in tutte le isole, destinate ai frantoi e ai mulini delle Eolie. Questa piccola cava è stata abbandonata durante i primi del Novecento.